Trentaquattresimo

13.09.2023

In matematica per dimostrare qualunque teorema devi partire da un insieme di assiomi. Sono delle verità di base su cui costruire tutto il resto. Questi assiomi non possono essere messi in dubbio: se volessi dimostrare che sono veri avresti bisogno di altre verità prese per buone, cioè di altri assiomi. Quindi si tornerebbe sempre indietro senza arrivare mai (secondo Odifreddi questo voleva dire Pascal con l'adagio: "il cuore ha le sue ragioni, che la ragione non conosce", il cuore sarebbe le verità indimostrabili). Analogamente quando ragioni su qualcosa devi avere dei preconcetti, delle verità di base da cui comincia il ragionamento. E infatti le persone litigano in due casi: o quando cadono in fallaci logiche o quando la logica è giusta ma partono da preconcetti diversi. Questo, va bene, non crea problemi, ma mi sembra che in alcuni casi questa regola si declini in un requisito troppo forte, ossia che, per fare dei ragionamenti logici all’interno di un certo dominio non puoi usare elementi del dominio stesso, devi esserne proprio fuori. Mi e’ sembrato che chi fa discorsi sull’etica, metta da parte tutto cio’ che ritiene giusto o sbagliato, che i preconcetti siano tutti all’esterno. A me questa circostanza ogni volta angoscia, perche’, espellendo cio’ che percepiamo istintivamente come bene o male, le conclusioni logiche che traiamo in questo campo non risultano dei mostri?


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