Quindicesimo

13.09.2023

All'Uomo piace sentirsi libero, piace avere il potere di prendere decisioni, di dare una direzione alla propria vita. Ma le cose stanno davvero così? L'Uomo è i sui pensieri, i quali poi generano i sentimenti e la memoria. Ma se l'uomo consiste dei propri pensieri non può allo stesso tempo determinarli. O sei dentro o sei fuori, non puoi allo stesso tempo essere il pesce nell'acquario a cui viene somministrato il cibo e colui fuori che mette il cibo nell'acquario. La verità è che i pensieri li subiamo, non li produciamo mai. Attiviamo schemi nella nostra testa che sono talmente complicati da non meritare il nome che diamo ai loro analoghi che osserviamo negli animali stupidi, cioè istinti. Per essere chiari, va bene non chiamare quelli nostri: "istinti", ma bisogna non dimenticare che si tratta di roba della stessa natura, solo molto più complicata. Quale è allora la differenza tra l'Uomo e un'animale. L'empatia? no, il Bonobo e' dotato di empatia. La differenza è che la mente dell'Uomo è abbastanza sviluppata da "sentire" una parte (piccola) dell'attività che viene prodotta da se stessa. Ciò vuol dire che abbiamo controllo di questa attività? No. Infatti è una capacita' persino inutile. È bella, dà soddisfazione, ma è inutile nel senso che non ci dà potere, come può sembrare a uno sguardo disattento; quel potere è un'illusione. A dirla tutta questa capacità non è nemmeno sempre bella. La consapevolezza di se' può dare sia piacere che dolore, portare alla somma gloria o alla profonda disperazione, quando di contro un'animale non avendola vive in modo neutro, risparmiandosi entrambe. Ma si può senz'altro argomentare che l'altalenanza di piacere e dolore e' ciò che fa sentire vivi, che fa sentire lo scorrere della vita e che quindi averla sia una fortuna a prescindere. Rimare un dubbio: se questa illusione è un frutto della selezione naturale dovremmo forse assecondarla, perché togliere il velo ci farebbe autodistruggere?

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